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In attesa di parlarvi ancora del mio comodino… Ecco quello di Gian Luca Caffarena, figura camaleontica e sorprendente, capace di  destreggiarsi tra testi brillanti o profondi sempre con estrema facilità. Di lui vi parlerò ancora perché sul mio comodino c’è anche il suo ultimo libro “Il Velo” edito dal Melangolo.

L’interrogativo di Einstein

“Com’è noto i vecchi ricordi stanno in cantina, i cadaveri nell’armadio, le civette sul comò e i sogni quasi sempre nel cassetto. Bene. Ma nel comodino che cosa troviamo? Per quest’ultimo credo valga più che mai il celebre interrogativo di Einstein: se una scrivania disordinata testimonia di una mente disordinata, che dire di una scrivania vuota? Il comodino, infatti, occupa una dimensione a sé, intima e privata. Testimonia di una vita notturna più o meno attiva. Contiene oggetti che dovranno comunque trovarsi a portata di mano dell’infermo, dell’amante, dell’insonne o semplicemente di chi non disdegni momenti d’ozio se non di vita apertamente sedentaria, come i pigri o i geni. Churchill declinò una convocazione pomeridiana del Sovrano, perché a quell’ora riposava: sul comodino, of course, whisky e sigari. Proust scriveva adagiato sul giaciglio, in una camera insonorizzata dal sughero: accanto, sul tavolino Belle Époque, tutto il necessario per la scrittura. Al capezzale del Conte di Cavour, nel castello di Santena, trovavi un esagerato cofano di mogano con tutta la dotazione per la toeletta e i bisogni. Si tratta insomma di un mondo del tutto personale e privatissimo: è il comodino che dice chi sei.

La funzione del comodino è di razionalizzazione e dovrà contenere tutto ciò che favorisce l’ordine e il raccoglimento di cose e persone. In superficie un discreto abât-jour , eventualmente un portaritratti con la foto di un congiunto o del partner (niente suocera, per carità). Qualche santino per i più devoti. Magari un bicchier d’acqua perché di notte non si sa mai. Senza eludere la presenza dell’oggetto più arcigno e impopolare di tutta la casa: la sveglia, che le linee moderne e i colori gradevoli non potranno mai mitigare.

Per fortuna, lasciato lì con nonchalance, regna ancora lui: l’inseparabile livre de chevet, che detta la cifra del tuo stile… il mio un imbarazzante connubio Thomas Mann-Diabolik. Insomma, non voglio farla lunga, ma c’è comodino e comodino. Quello edonistico del single non esclude la presenza di tablet, riviste di moda e giornalini frivoli. L’anziano di oggi, godendo di una Terza Età più lunga e dignitosa, dovrà guardarsi dal raccapricciante spettacolo di una dentiera in bella vista. Impossibile, per chiudere, non citare il tristissimo caso di un caro amico viveur, che, avvezzo ai suoi porci comodi(ni) vi dimenticò nel sonno un arsenale di ordigni erotici e sex toys. Chissà che cosa ha pensato la Colf.”

Gian Luca Caffarena

A presto!
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