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Volevo una femmina

Volevo una femmina! Eh già, non ne ho mai fatto mistero. Però, ho sempre saputo che sarebbe stato un maschio anche perché in tempi non sospetti ero finita da Marcella… la mejo sensitiva di Roma che mi disse: “Ahó, ma te c’avrai un fijo, biondo e con gli occhi azzurri” e … ahó così è stato. Tra l’altro mi chiedo se sia ancora viva, ci andava mezza Roma, aveva più di ottanta anni già otto anni fa e alle volte si addormentava sul più bello, ma tu non capivi se fosse caduta in trance o se si stesse sparando una “pisa” per cui certi clienti stavano dentro delle ore e poi uscivamo chiedendo alla segretaria se poteva portare un caffè a Marcella per svegliarla! Ma ho divagato. Dicevo, volevo una femmina, ma adesso che c’è Achille non potrei pensare a nessun altro nella mia vita se non a questo maschietto biondo. Su internet si trovano spesso frasi poetiche sulle differenze tra crescere una femmina o un maschio, con melliflue constatazioni sul fatto che noi madri di quest’ultimi cresceremo gli uomini del domani a cui dobbiamo insegnare a rispettare le donne, ad essere onesti, gentili … come se tutto sommato per le femmine non debba essere lo stesso… Io dopo questo primo assaggio di maternità ho focalizzato alcune tappe inevitabili: A) prima o poi mi toccherà vedere tutta la saga di Star Wars, che ho sempre evitato accuratamente. B) che dovrò conoscere e riconoscere tutti gli eroi della Marvel e di Bonelli. C) che al cinema sceglierà film per me allucinanti. D) che non sarò sempre io l’unica donna della sua vita.

I vantaggi sono, però, che adesso non devo mettergli lo smalto alle unghie, non dovrò andare ai concerti della “Violetta” del momento e non chiederà a me come funziona il sesso… almeno per quello c’è papà. Per il resto almeno per un po’ “la mamma è la mamma ed è tutta mia”.

 

A presto!
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