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Le gioie del week end

E finalmente arriva il week end! Già dal giovedì una inizia a pregustarsi le delizie del fine settimana: nessun impegno obbligatorio, risate, relax e soprattutto niente sveglia. Per me – ahimè – cambia poco perché Achille ha deciso, da subito, che la mattina inizia alle 6/6.30, però c’è il vantaggio che non bisogna fare tutto di fretta e ci si attarda mollemente. Dicevamo il week end … la mattina del venerdì intravedi un naso che cola e senti uno starnuto e un colpo di tosse che però decidi di ignorare e pensi: “probabilmente è il cane che gli ha leccato la faccia” … Il fatto che tu non abbia un cane resta un dettaglio trascurabile. La sera però la tosse aumenta e alle nove ti rendi conto che hai già finito la scorta di fazzoletti. Ma non demordi e inizi a ipotizzare che cosa fare il sabato e la domenica. Risposta? Nulla di nulla … perché immancabilmente la mattina ti rendi conto che il bimbo ha tosse, raffreddore, febbre e chi più ne ha più ne metta. Come folgorata ti rendi conto che, sì, non hai un  cane e che devi comprare altri fazzoletti. Il tuo week end scivola via veloce tra aerosol (che sinceramente a me sembra inutile, ma che contino a fargli per senso del dovere) gocce per il naso, docce nasali e pompette per aspirare il muco che si riproduce più velocemente della Cuccarini … Un’illuminazione ti coglie mentre hai l’aggeggio in mano e con tutta la forza che riesci a trovare (che poi alla fine è poca perché sei più stremata tu di tuo figlio) sradichi da quel nasino tutto quello che riesci e ti rendi conto che se li chiamano mocciosi un motivo ci doveva essere. Quel maledetto moccio, però, bisogna combatterlo, perché se non esce, da qualche parte va … nel caso di Achille nelle orecchie: otite. Già dato. Poi devi fare mille lavatrici perché i bambini sono convinti da sempre che la manica della felpa sia un fazzoletto. Infine non bisogna sottovalutare il problema psicologico. Quando i bimbi stanno male sono più mammoni e ti cercano per ogni cosa anche solo per avere un po’ di coccole. Il papà esiste solo per domandargli dove sia la mamma (che si è rinchiusa in bagno per avere due minuti di libertà). E poi ti ritrovi a dire: finalmente è lunedì. Achille sta benissimo e si va all’asilo e io posso riposare … ehm volevo dire lavorare.

A presto!
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