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Sul mio comodino di oggi c’è uno scontrino. Quello della borsa che mi sono comprata oggi. Era da mesi che dovevo comprarne una nuova, perché quella – per intenderci – da tutti i giorni non ce la faceva più. E pensare che era anche firmata, ma a quanto pare certe “firme” non valgono la qualità del prodotto.  Un anno scarso di vita e “ciao ciao Giorgio…”

A sua discolpa Armani potrebbe dirmi: “Ma tu hai visto come tratti le borse? Ci vorrebbero d’acciaio e corrazzate per resistere a te”. In effetti non sono propriamente delicata e il più delle volte le sbatto a destra e sinistra, per terra, sotto la sella del motorino, al mare tra i sassi. Ricordo una meravigliosa Prada che mi ha abbandonata sulle montagne russe degli Studios a Los Angeles perché, dalla paura, mi ci sono aggrappata con tale forza da sfondarla completamente.

Insomma per farla breve ne ho comprata una di due stilisti italiani, che sembrerebbe resistente, ma vedremo…

Il punto non era questo comunque. La mia riflessione parte da un altro spunto: che – ahimè – spesso lo shopping è davvero terapeutico. Era da un po’ di giorni che il mio umore era “malmostoso” per altro senza una reale causa. Forse un insieme di circostanze, qualche aspettativa disattesa, qualche contrattempo, la pioggia, ma nulla di particolarmente irritante. Eppure ero nervosa, scontenta. Ho provato anche con un massaggio, ma non ha funzionato.  Ieri stavo andando dal dentista – quindi inutile aggiungere che il mio umore stava precipitando sotto il livello di guardia – quando mi sono imbattuta in un negozio di borse. La proprietaria mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto e io le ho risposto: “Sto cercando qualcosa di cui innamorarmi”. Ed eccola lì. Una borsa completamente diversa da quello che stavo cercando, nulla a che vedere con quello di cui avevo bisogno, ma assolutamente perfetta per risollevare il mio stato d’animo. Argentata e brillante per splendere di luce riflessa. Non ho neanche utilizzato la mia tattica… Normalmente se vedo qualcosa che mi piace non lo compro subito, ma aspetto qualche giorno. Se me ne dimentico non mi piaceva davvero, se il pensiero torna là, allora era vero amore. Insomma piaccia o non piaccia niente funziona come lo shopping per le crisi passeggere… E’ una legge fisica, inutile combatterla. Non resta che adeguarsi.

A presto!
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