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Sul mio comodino oggi c’è la crema solare. Veramente è lì dalla fine di aprile quando c’erano state alcune giornate calde e già tutti si stavano agitando temendo che questa sarebbe stata un’estate massacrante come quella del 2003, che era cominciata a metà aprile ed era finita a ottobre inoltrato, con temperature record, corse da Mediaworld a comprare condizionatori e deliri vari. Siamo a metà giugno e il caldo non è ancora arrivato, allora tutti hanno già deciso che sarà un’estate come quella del 2014 dove sembrava di essere ad Amsterdam e pioveva ad ogni piè sospinto. Egoisticamente visto che ero incinta il clima per me era perfetto e anche nel 2003 visto che dovevo studiare per l’esame da giornalista professionista il buen retiro su in campagna per la full immersion era stato congeniale. Ricordo quelle sue estati perché sono legate a due eventi cruciali della mia vita ecco perché ricordo il clima. Perché l’estate è comunque un periodo a sé, indipendentemente dal tempo. La luce sino a tardi c’è comunque, la voglia di uscire e di sentirsi liberi anche. E poi ci sono le vacanze, le cene con gli amici, i tramonti sul mare, lembi di pelle bianchi e le gambe abbronzate e toniche, le persiane abbassate che lasciano filtrare lame di luce avvolgente. Adoro la casa quando è in penombra, con le finestre aperte e i rumori della vita che irrompono nelle stanze: dai bambini che giocano, ai cani che abbaiano, la musica che sale dallo stereo del ragazzo che abita due piani sotto. L’estate ci catapulta nel mondo, il nostro, quello degli altri e ci costringe a distaccarci dall’isolamento invernale. Per cui benvenuta estate, con il sole o senza, con la pioggia o la grandine, con il caldo, i gelati, i vestiti leggeri e svolazzanti. Adesso faccio un atto di coraggio e levo il piumone dal letto perché sono sicura che presto arriverà anche il sole. Ma la crema la rimetto nel mobiletto del bagno che tanto non la uso mai e mi ritrovo sempre mezza ustionata. Ma l’estate è anche questo…

A presto!
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