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Trucchi da viaggio… in Marocco

Essendo innamorata dell’Asia, non ho mai nutrito un grande interesse per l’Africa. Ovviamente spero un giorno di visitarla tutta, in lungo e in largo, anche se è decisamente in fondo alla lista dei miei luoghi preferiti insieme all’Australia.

Qualche incursione, però, l’ho fatta e il posto che mi aveva sempre incuriosito era Marrakech. Ne avevo sentito parlare benissimo ed ero desiderosa di vedere il deserto. Se devo essere sincera mentre ero là non ne ero entusiasta, invece alla fine mi è rimasta nel cuore per la sua aria rarefatta, l’odore d’agnello, i minareti, i tramonti, il tè alla menta.

Aereo o treno?

Iniziamo con il volo. Noi abbiamo fatto scalo a Casablanca e – con il senno di poi -conviene proseguire in treno. Intanto perché buttare un occhio su Casablanca, anche se non ci troverete Humphrey, vale la pena anche solo per la Moschea di Hassan II o la Cattedrale del Sacro Cuore. E comunque si fa prima in treno che ad aspettare la coincidenza e prendere l’aereo.

Una volta arrivati abbiamo faticato a trovare il rhiad, perché la città in certi punti è spettrale, con alte mura e viottoli spogli e semi deserti. Ma una volta raggiunto e varcata la soglia della porta, che si apriva timidamente nel muraglione, abbiamo trovato un’oasi di piante, con cortili freschi, terrazze dalla vista mozzafiato.

L’immancabile souk

Sui vari siti troverete i posti da visitare assolutamente e ovviamente non poteva mancare il souk che in realtà non è niente di speciale e ha tutte le tipiche cose che ci sono ovunque nei paesi mussulmani: spezie, gioielli, pashmine, borse, vestiti. Personalmente mi ha colpito l’affascinante Sebbaghine o souk dei tintori, dove matasse di lana dipinta seccano al sole sui muri. Una moltitudine di colori, dal rosso vermiglio al giallo, indaco e rosa offrono uno degli spettacoli più incantevoli.

La piazza

Quello che bisogna fare assolutamente per innamorarsi della città è andare nella piazza Jemaa el Fna.

Sembra abbastanza scontato, ma è davvero il centro nevralgico della città e bisogna partire da qui per comprendere la poesia di Marrakech. Secondo Lonely Planet è una delle piazze più belle del mondo. Di giorno è il punto di partenza per andare nei souk e, al tramonto, è obbligatorio andare a prendere un tè alla menta su una delle terrazze dei caffè intorno alla piazza.

L’aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un grande mercato all’aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe ai datteri, alle spremute d’arancia, alle uova di struzzo) e persone dedite alle attività più svariate, come le decoratrici di henné, le chiromanti, erboristi, suonatori, incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmie ecc. Più tardi la piazza diventa più affollata e sopraggiungono danzatori Chleuh, cantastorie, musicanti e maghi e si mangia il cous cous direttamente dalle bancarelle.

Ma nulla in confronto all’agnello cotto dentro un forno ricavato dal pavimento di un’abitazione che si trova a pochi passi dalla piazza.

L’escursione nel deserto

Ovviamente bisogna contrattare il prezzo di tutto, persino delle escursioni per il deserto. Queste vanno da cifre irrisorie a prezzi esorbitanti, ma come sempre meno si spende, meno si ha. Vale la pena investire qualche euro in più per un comodo viaggio in jeep con al massimo altri due turisti e dormire in tende piccole, che risparmiare per ritrovarsi su un pullman, con un sacco di gente, soste interminabili per andare in bagno o comprare inutili gadget e ritrovarsi poi in tenda con altre dieci persone. E per chi pensa ad una romantica notte in tenda, ricordatevi che nel deserto la notte fa freddo… se poi è inverno di gela. Per il resto è il classico paese mussulmano dove le regole di buona “creanza”si somigliano tutte (vedi Afghanistan).

Consigli pratici

Uno dei principali consigli che vengono dati alle persone che vogliono visitare il Marocco è quello di vestire in maniera modesta e tenere le spalle coperte. Quest’idea non nasce da un preconcetto religioso, ma affonda le sue radici nell’idea di rispettare la cultura locale e il pensiero del luogo, anche quando non sono affini al nostro. Viene da sé che le effusioni amorose in pubblico sono sconsigliate.

Quando si cammina per i vicoli della Medina, è bene ricordare sempre di tenere la destra. Motorini e scooter sfrecceranno accanto a voi in stradine molto strette e anguste, ed è importante lasciare libero il passaggio per tutti. Altro consiglio importante: non fermarsi mai a fare foto dove lo spazio per camminare è già poco.

Davanti ad uno straniero, i marocchini tendono ad assumere un comportamento molto formale. Per loro, è consuetudine scambiarsi informazioni riguardanti lo stato di salute della famiglia e darsi la mano. I marocchini usano salutare con una stretta di mano, o con due baci sulla guancia (partendo dalla sinistra) quando si tratta di individui dello stesso sesso. Nel caso di uomo e donna, sarà la donna a tendere la mano per prima se vuole essere salutata. In caso non lo facesse, l’uomo potrà comunque piegare la testa per porgere i suoi omaggi.

Quando si viene invitati a cena a casa di una famiglia marocchina, si sarà invitati a togliere le scarpe. È buona usanza portare un regalo come pasticcini, fichi, datteri, nocciole o succhi freschi. Evitate l’alcool quando non specificamente richiesto. Aspettatevi di cenare seduti a terra, su un tappeto, con un tavolo alla vostra altezza. Quasi certamente vi verrà offerto un bis, di cui è buona norma accettarne almeno un po’. Qualora foste troppo pieni, toccatevi la pancia e scuotete la testa dicendo “La, shukrran” (No, grazie). La loro insistenza è una forma di rispetto e generosità di cui sentirsi onorati.

A presto!
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